L’art. 21 LC, lett. h, vieta di cacciare a rastrello in più di tre persone.
Non sarebbe stato male se il legislatore avesse spiegato che cosa intendeva
perché qualche sprovveduto potrebbe credere che basta che quattro persone
caccino affiancate per aversi la caccia a rastrello!
In realtà questa caccia, che più correttamente dovrebbe chiamarsi, secondo
l’uso tradizionale, a rastello, è una forma di caccia con sue precise modalità.
Essa si ha quando in terreno aperto alcuni cacciatori (un tempo la legge ne
richiedeva aleno cinque, ora almeno quattro) si dispongano su una linea retta o
a semicerchio, regolarmente distanziati l’uno dall’altro, e avanzino poi sul terreno
battendolo in modo che ogni selvatico fugga in avanti e venga preso di
mira dal cacciatore più vicino. È normale che in questa caccia vi siano degli
ausiliari, che marciano fra un cacciatore e l’altro e fungono da battitori, così
consentendo ai cacciatori di raddoppiare la distanza fra l’uno e l’altro.
Perciò la caratteristica essenziale della caccia a rastrello non è la presenza
di più cacciatori assieme, ma il fatto che essi collettivamente battano un’ampia
fascia di terreno stando allineati sulla linea di battitura, il che dà poco scampo
ai selvatici che si trovano all’interno della fascia e che possono essere colpiti
da due cacciatori.
È anche chiaro che in certe situazioni ambientali è la stessa natura del terreno
a non rendere realizzabile a la caccia a rastrello.
La LC non prevede alcuna sanzione che potrà essere stabilita dalle leggi di
quelle regioni in cui tale forma di caccia è ipotizzabile.
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