Direttiva 2009/147/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del
30 novembre 2009, concernente la conservazione degli uccelli selvatici
(Gazzetta ufficiale n. L 020 del 26/01/2010)
Nota: La presente direttiva sostituisce la direttiva 79/409/CEE, (comunemente
detta direttiva «Uccelli») e i suoi successivi aggiornamenti. Le modifiche apportate
sono tuttavia di pura forma. Non è quindi previsto un recepimento da
parte degli Stati e la direttiva è entrata in vigore il 15 febbraio 2010. Comunque
lo stato italiano ha emanato norme di adeguamento con la legge 4 giugno
2010, n. 96, Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza
dell'Italia alle Comunità' europee.
IL PARLAMENTO EUROPEO E IL CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA,
Visto
(1) La direttiva 79/409/CEE del Consiglio, del 2 aprile 1979, concernente la
conservazione degli uccelli selvatici, ha subito diverse e sostanziali modificazioni.
È opportuno, per motivi di chiarezza e di razionalizzazione, procedere
alla codificazione di tale direttiva.
(2) La decisione n. 1600/2002/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del
22 luglio 2002, che stabilisce il sesto programma comunitario di azione in materia
di ambiente, prevede azioni specifiche per la biodiversità, compresa la
protezione degli uccelli e dei loro habitat.
(3) Per molte specie di uccelli viventi naturalmente allo stato selvatico nel territorio
europeo degli Stati membri si registra una diminuzione, in certi casi rapidissima,
della popolazione e tale diminuzione rappresenta un serio pericolo per
la conservazione dell’ambiente naturale, in particolare poiché minaccia gli
equilibri biologici.
(4) Le specie di uccelli viventi naturalmente allo stato selvatico nel territorio
europeo degli Stati membri sono in gran parte specie migratrici. Tali specie costituiscono
un patrimonio comune e l’efficace protezione degli uccelli è un
problema ambientale tipicamente transnazionale, che implica responsabilità
comuni.
(5) La conservazione delle specie di uccelli viventi naturalmente allo stato selvatico
nel territorio europeo degli Stati membri è necessaria per raggiungere gli
obiettivi comunitari in materia di miglioramento delle condizioni di vita e di
sviluppo sostenibile.
(6) Le misure da prendere devono riguardare i diversi fattori che possono influire
sull’entità della popolazione aviaria, e cioè le ripercussioni delle attività
umane, in particolare la distruzione e l’inquinamento degli habitat, la cattura e
l’uccisione da parte dell’uomo e il commercio che ne consegue; nel quadro di
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una politica di conservazione bisogna adeguare la severità di tali misure alla
situazione delle diverse specie.
(7) La conservazione si prefigge la protezione a lungo termine e la gestione
delle risorse naturali in quanto parte integrante del patrimonio dei popoli europei.
Essa consente di regolarle disciplinandone lo sfruttamento in base a misure
necessarie al mantenimento e all’adeguamento degli equilibri naturali delle
specie entro i limiti di quanto è ragionevolmente possibile.
(8) La preservazione, il mantenimento o il ripristino di una varietà e di una superficie
sufficienti di habitat sono indispensabili alla conservazione di tutte le
specie di uccelli. Talune specie di uccelli devono essere oggetto di speciali misure
di conservazione concernenti il loro habitat per garantirne la sopravvivenza
e la riproduzione nella loro area di distribuzione. Tali misure devono tener
conto anche delle specie migratrici ed essere coordinate in vista della costituzione
di una rete coerente.
(9) Per evitare che gli interessi commerciali esercitino eventualmente una pressione
nociva sui livelli di prelievo, è necessario istituire un divieto generale di
commercializzazione e limitare le deroghe alle sole specie il cui status biologico
lo consenta, tenuto conto delle condizioni specifiche che prevalgono nelle
varie regioni.
(10) A causa del livello di popolazione, della distribuzione geografica e del tasso
di riproduzione in tutta la Comunità, talune specie possono formare oggetto
di atti di caccia, ciò che costituisce un modo ammissibile di sfruttamento, sempreché
vengano stabiliti ed osservati determinati limiti; tali atti di caccia devono
essere compatibili con il mantenimento della popolazione di tali specie a un
livello soddisfacente.
(11) I mezzi, gli impianti o i metodi di cattura o di uccisione in massa o non selettiva
nonché l’inseguimento con taluni mezzi di trasporto devono essere vietati
a causa dell’eccessiva pressione che esercitano o possono esercitare sul livello
di popolazione delle specie interessate.
(12) Data l’importanza che possono avere talune situazioni particolari, occorre
prevedere la possibilità di deroghe a determinate condizioni e sotto il controllo
della Commissione.
(13) La conservazione dell’avifauna e delle specie migratrici in particolare presenta
ancora dei problemi, per cui si rendono necessari lavori scientifici, lavori
che permetteranno inoltre di valutare l’efficacia delle misure prese.
(14) Si deve curare, in consultazione con la Commissione, che l’eventuale introduzione
di specie di uccelli che non vivono naturalmente allo stato selvatico
nel territorio europeo degli Stati membri non danneggi in alcun modo la flora e
la fauna locali.
(15) Ogni tre anni la Commissione elaborerà e comunicherà agli Stati membri
una relazione riassuntiva basata sulle informazioni inviatele dagli Stati membri
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per quanto riguarda l’applicazione delle disposizioni nazionali adottate conformemente
alla presente direttiva.
(16) Le misure necessarie per l’esecuzione della presente direttiva dovrebbero
essere adottate secondo la decisione 1999/468/CE del Consiglio, del 28 giugno
1999, recante modalità per l’esercizio delle competenze di esecuzione conferite
alla Commissione [6].
(17) In particolare, la Commissione dovrebbe avere il potere di modificare taluni
allegati alla luce del progresso scientifico e tecnico. Tali misure di portata
generale e intese a modificare elementi non essenziali della presente direttiva
devono essere adottate secondo la procedura di regolamentazione con controllo
di cui all’articolo 5 bis della decisione 1999/468/CE.
(18) La presente direttiva deve far salvi gli obblighi degli Stati membri relativi
ai termini di recepimento nel diritto nazionale indicati nell’allegato VI, parte B,
HANNO ADOTTATO LA PRESENTE DIRETTIVA:
Articolo 1
1. La presente direttiva concerne la conservazione di tutte le specie di uccelli
viventi naturalmente allo stato selvatico nel territorio europeo degli Stati membri
al quale si applica il trattato. Essa si prefigge la protezione, la gestione e la
regolazione di tali specie e ne disciplina lo sfruttamento.
2. La presente direttiva si applica agli uccelli, alle uova, ai nidi e agli habitat.
Articolo 2
Gli Stati membri adottano le misure necessarie per mantenere o adeguare la
popolazione di tutte le specie di uccelli di cui all’articolo 1 a un livello che corrisponde
in particolare alle esigenze ecologiche, scientifiche e culturali, pur tenendo
conto delle esigenze economiche e ricreative.
Articolo 3
1. Tenuto conto delle esigenze di cui all’articolo 2, gli Stati membri adottano le
misure necessarie per preservare, mantenere o ristabilire, per tutte le specie di
uccelli di cui all’articolo 1, una varietà e una superficie sufficienti di habitat.
2. La preservazione, il mantenimento e il ripristino dei biotopi e degli habitat
comportano anzitutto le seguenti misure:
a) istituzione di zone di protezione;
b) mantenimento e sistemazione conforme alle esigenze ecologiche degli habitat
situati all’interno e all’esterno delle zone di protezione;
c) ripristino dei biotopi distrutti;
d) creazione di biotopi.
Articolo 4
1. Per le specie elencate nell’allegato I sono previste misure speciali di conservazione
per quanto riguarda l’habitat, per garantire la sopravvivenza e la riproduzione
di dette specie nella loro area di distribuzione.
A tal fine si tiene conto:
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a) delle specie minacciate di sparizione;
b) delle specie che possono essere danneggiate da talune modifiche del loro
habitat;
c) delle specie considerate rare in quanto la loro popolazione è scarsa o la loro
ripartizione locale è limitata;
d) di altre specie che richiedono una particolare attenzione per la specificità del
loro habitat.
Per effettuare le valutazioni si terrà conto delle tendenze e delle variazioni dei
livelli di popolazione.
Gli Stati membri classificano in particolare come zone di protezione speciale i
territori più idonei in numero e in superficie alla conservazione di tali specie
nella zona geografica marittima e terrestre a cui si applica la presente direttiva.
2. Gli Stati membri adottano misure analoghe per le specie migratrici non menzionate
all’allegato I che ritornano regolarmente, tenuto conto delle esigenze di
protezione nella zona geografica marittima e terrestre a cui si applica la presente
direttiva per quanto riguarda le aree di riproduzione, di muta e di svernamento
e le zone in cui si trovano le stazioni lungo le rotte di migrazione. A tale
scopo, gli Stati membri attribuiscono un’importanza particolare alla protezione
delle zone umide e specialmente delle zone d’importanza internazionale.
3. Gli Stati membri inviano alla Commissione tutte le informazioni opportune
affinché essa possa prendere le iniziative idonee per il necessario coordinamento
affinché le zone di cui al paragrafo 1, da un lato, e al paragrafo 2, dall’altro,
costituiscano una rete coerente e tale da soddisfare le esigenze di protezione
delle specie nella zona geografica marittima e terrestre a cui si applica la presente
direttiva.
4. Gli Stati membri adottano misure idonee a prevenire, nelle zone di protezione
di cui ai paragrafi 1 e 2, l’inquinamento o il deterioramento degli habitat,
nonché le perturbazioni dannose agli uccelli che abbiano conseguenze significative
in considerazione degli obiettivi del presente articolo. Gli Stati membri
cercano inoltre di prevenire l’inquinamento o il deterioramento degli habitat al
di fuori di tali zone di protezione.
Articolo 5
Fatti salvi gli articoli 7 e 9, gli Stati membri adottano le misure necessarie per
instaurare un regime generale di protezione di tutte le specie di uccelli di cui
all’articolo 1, che comprenda in particolare il divieto:
a) di ucciderli o di catturarli deliberatamente con qualsiasi metodo;
b) di distruggere o di danneggiare deliberatamente i nidi e le uova e di asportare
i nidi;
c) di raccogliere le uova nell’ambiente naturale e di detenerle anche vuote;
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d) di disturbarli deliberatamente in particolare durante il periodo di riproduzione
e di dipendenza quando ciò abbia conseguenze significative in considerazione
degli obiettivi della presente direttiva;
e) di detenere gli uccelli delle specie di cui sono vietate la caccia e la cattura.
Articolo 6
1. Fatti salvi i paragrafi 2 e 3, gli Stati membri vietano, per tutte le specie di
uccelli di cui all’articolo 1, la vendita, il trasporto per la vendita, la detenzione
per la vendita nonché l’offerta in vendita degli uccelli vivi e degli uccelli morti,
nonché di qualsiasi parte o prodotto ottenuti dagli uccelli, facilmente riconoscibili.
2. Per le specie elencate all’allegato III, parte A, le attività di cui al paragrafo 1
non sono vietate, purché gli uccelli siano stati in modo lecito uccisi o catturati
o altrimenti legittimamente acquisiti.
3. Gli Stati membri possono ammettere nel loro territorio, per le specie elencate
all’allegato III, parte B, le attività di cui al paragrafo 1 e prevedere limitazioni
al riguardo, purché gli uccelli siano stati in modo lecito uccisi o catturati o altrimenti
legittimamente acquisiti.
Gli Stati membri che intendono concedere tale permesso si consultano in via
preliminare con la Commissione, con la quale esaminano se la commercializzazione
degli esemplari della specie in questione contribuisca o rischi di contribuire,
per quanto è ragionevolmente possibile prevedere, a mettere in pericolo
il livello di popolazione, la distribuzione geografica o il tasso di riproduzione
della specie stessa in tutta la Comunità. Se tale esame rivela che il permesso
previsto porta o può portare, secondo la Commissione, a uno dei rischi summenzionati,
la Commissione rivolge allo Stato membro una raccomandazione
debitamente motivata, nella quale disapprova la commercializzazione della
specie in questione. Se ritiene che non esista tale rischio, la Commissione ne
informa lo Stato membro.
La raccomandazione della Commissione è pubblicata nella Gazzetta ufficiale
dell’Unione europea.
Lo Stato membro che concede il permesso di cui al presente paragrafo verifica
a intervalli regolari se sussistano le condizioni necessarie per la sua concessione.
Articolo 7
1. In funzione del loro livello di popolazione, della distribuzione geografica e
del tasso di riproduzione in tutta la Comunità le specie elencate all’allegato II
possono essere oggetto di atti di caccia nel quadro della legislazione nazionale.
Gli Stati membri faranno in modo che la caccia di queste specie non pregiudichi
le azioni di conservazione intraprese nella loro area di distribuzione.
2. Le specie elencate all’allegato II, parte A, possono essere cacciate nella zona
geografica marittima e terrestre a cui si applica la presente direttiva.
460
3. Le specie elencate all’allegato II, parte B, possono essere cacciate soltanto
negli Stati membri per i quali esse sono menzionate.
4. Gli Stati membri si accertano che l’attività venatoria, compresa eventualmente
la caccia col falco, quale risulta dall’applicazione delle disposizioni nazionali
in vigore, rispetti i principi di una saggia utilizzazione e di una regolazione
ecologicamente equilibrata delle specie di uccelli interessate e sia compatibile,
per quanto riguarda la popolazione delle medesime, in particolare delle
specie migratrici, con le disposizioni derivanti dall’articolo 2.
Essi provvedono in particolare a che le specie a cui si applica la legislazione
sulla caccia non siano cacciate durante il periodo della nidificazione né durante
le varie fasi della riproduzione e della dipendenza.
Quando si tratta di specie migratrici, essi provvedono in particolare a che le
specie a cui si applica la legislazione sulla caccia non vengano cacciate durante
il periodo della riproduzione e durante il ritorno al luogo di nidificazione.
Gli Stati membri trasmettono alla Commissione tutte le informazioni utili
sull’applicazione pratica della loro legislazione sulla caccia.
Articolo 8
1. Per quanto riguarda la caccia, la cattura o l’uccisione di uccelli nel quadro
della presente direttiva, gli Stati membri vietano il ricorso a qualsiasi mezzo,
impianto o metodo di cattura o di uccisione in massa o non selettiva o che possa
portare localmente all’estinzione di una specie, in particolare quelli elencati
all’allegato IV, lettera a).
2. Gli Stati membri vietano inoltre qualsiasi tipo di caccia con mezzi di trasporto
e alle condizioni indicati all’allegato IV, lettera b).
Articolo 9
1. Sempre che non vi siano altre soluzioni soddisfacenti, gli Stati membri possono
derogare agli articoli da 5 a 8 per le seguenti ragioni:
a) - nell’interesse della salute e della sicurezza pubblica,
- nell’interesse della sicurezza aerea,
- per prevenire gravi danni alle colture, al bestiame, ai boschi, alla pesca e alle
acque,
- per la protezione della flora e della fauna;
b) ai fini della ricerca e dell’insegnamento, del ripopolamento e della reintroduzione
nonché per l’allevamento connesso a tali operazioni;
c) per consentire in condizioni rigidamente controllate e in modo selettivo la
cattura, la detenzione o altri impieghi misurati di determinati uccelli in piccole
quantità.
2. Le deroghe di cui al paragrafo 1 devono menzionare:
a) le specie che formano oggetto delle medesime;
b) i mezzi, gli impianti o i metodi di cattura o di uccisione autorizzati;
461
c) le condizioni di rischio e le circostanze di tempo e di luogo in cui esse possono
essere applicate;
d) l’autorità abilitata a dichiarare che le condizioni stabilite sono soddisfatte e a
decidere quali mezzi, impianti o metodi possano essere utilizzati, entro quali
limiti e da quali persone;
e) i controlli che saranno effettuati.
3. Gli Stati membri inviano ogni anno alla Commissione una relazione
sull’applicazione dei paragrafi 1 e 2.
4. In base alle informazioni di cui dispone, in particolare quelle comunicatele ai
sensi del paragrafo 3, la Commissione vigila costantemente affinché le conseguenze
delle deroghe di cui al paragrafo 1 non siano incompatibili con la presente
direttiva. Essa prende adeguate iniziative in merito.
Articolo 10
1. Gli Stati membri incoraggiano le ricerche e i lavori necessari per la protezione,
la gestione e lo sfruttamento della popolazione di tutte le specie di uccelli di
cui all’articolo 1. Un’attenzione particolare sarà accordata alle ricerche e ai lavori
sugli argomenti elencati nell’allegato V.
2. Gli Stati membri trasmettono alla Commissione tutte le informazioni ad essa
necessarie per prendere misure appropriate per coordinare le ricerche e i lavori
di cui al paragrafo 1.
Articolo 11
Gli Stati membri vigilano affinché l’eventuale introduzione di specie di uccelli
che non vivono naturalmente allo stato selvatico nel territorio europeo degli
Stati membri non pregiudichi la flora e la fauna locali. Essi consultano al riguardo
la Commissione.
Articolo 12
1. Gli Stati membri trasmettono alla Commissione ogni tre anni, a decorrere dal
7 aprile 1981, una relazione sull’applicazione delle disposizioni nazionali adottate
in virtù della presente direttiva.
2. La Commissione elabora ogni tre anni una relazione riassuntiva basata sulle
informazioni di cui al paragrafo 1. La parte del progetto di relazione relativa
alle informazioni fornite da uno Stato membro è trasmessa per la verifica alle
autorità dello Stato membro in questione. La versione definitiva della relazione
è comunicata agli Stati membri.
Articolo 13
L’applicazione delle misure adottate in virtù della presente direttiva non deve
provocare un deterioramento della situazione attuale per quanto riguarda la
conservazione di tutte le specie di uccelli di cui all’articolo 1.
Articolo 14
Gli Stati membri possono prendere misure di protezione più rigorose di quelle
previste dalla presente direttiva.
462
Articolo 15
Sono adottate le modifiche necessarie per adeguare gli allegati I e V al progresso
scientifico e tecnico. Tali misure, intese a modificare elementi non essenziali
della presente direttiva, sono adottate secondo la procedura di regolamentazione
con controllo di cui all’articolo 16, paragrafo 2.
Articolo 16
1. La Commissione è assistita dal comitato per l’adeguamento al progresso
scientifico e tecnico.
2. Nei casi in cui è fatto riferimento al presente paragrafo, si applicano
l’articolo 5 bis, paragrafi da 1 a 4, e l’articolo 7 della decisione 1999/468/CE,
tenendo conto delle disposizioni dell’articolo 8 della stessa.
Articolo 17
Gli Stati membri comunicano alla Commissione il testo delle disposizioni essenziali
di diritto interno che essi adottano nel settore disciplinato dalla presente
direttiva.
Articolo 18
La direttiva 79/409/CEE, modificata dagli atti di cui all’allegato VI, parte A, è
abrogata, fatti salvi gli obblighi degli Stati membri relativi ai termini di recepimento
in diritto nazionale indicati all’allegato VI, parte B.
I riferimenti alla direttiva abrogata si intendono fatti alla presente direttiva e si
leggono secondo la tavola di concordanza riportata all’allegato VII.
Articolo 19
La presente direttiva entra in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione
nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea.
Articolo 20
Gli Stati membri sono destinatari della presente direttiva.
a) - Lacci (con l’eccezione della Finlandia e della Svezia per la cattura di Lagopus
Lagopus Lagopus e Lagopus mutus a nord della latitudine 58° N), vischio,
esche, uccelli vivi accecati o mutilati impiegati come richiamo, registratori,
apparecchi fulminanti, (Attenzione: esche è un errore del traduttore; il
testo ufficiale parla di ami!)
- sorgenti luminose artificiali, specchi, dispositivi per illuminare i bersagli, dispositivi
ottici equipaggiati di convertitore d’immagine o di amplificatore elettronico
d’immagine per tiro notturno,
- esplosivi,
- reti, trappole, esche avvelenate o tranquillanti,
- armi semiautomatiche o automatiche con caricatore contenente più di due cartucce;
b) - aerei, autoveicoli,
- battelli spinti a velocità superiore a 5 km/h. In alto mare gli Stati membri possono
autorizzare, per motivi di sicurezza, l’uso di battelli a motore con velocità
463
massima di 18 km/h. Gli Stati membri informano la Commissione delle autorizzazioni
rilasciate.
--------------------------------------------------
ALLEGATI I, II, III, vedi la voce Specie protette
ALLEGATO V
a) Fissazione dell’elenco nazionale delle specie minacciate di estinzione o particolarmente
in pericolo tenendo conto della loro area di ripartizione geografica.
b) Censimento e descrizione ecologica delle zone di particolare importanza per
le specie migratrici durante le migrazioni, lo svernamento e la nidificazione.
c) Censimento dei dati sul livello di popolazione degli uccelli migratori sfruttando
i risultati dell’inanellamento.
d) Determinazione dell’influenza dei metodi di prelievo sul livello delle popolazioni.
e) Messa a punto e sviluppo dei metodi ecologici per prevenire i danni causati
dagli uccelli.
f) Determinazione della funzione di certe specie come indicatori
d’inquinamento.
g) Studio degli effetti dannosi dell’inquinamento chimico sul livello della popolazione
delle specie di uccelli.
ALLEGATO VI
PARTE A
DIRETTIVA ABROGATA ED ELENCO DELLE SUE MODIFICAZIONI
SUCCESSIVE
(di cui all’articolo 18)
Direttiva 79/409/CEE del Consiglio (GU L 103 del 25.4.1979, pag. 1). | |
Atto di adesione del 1979, allegato I, punto XIII.1.F (GU L 291 del
19.11.1979, pag. 111). | |
Direttiva 81/854/CEE del Consiglio (GU L 319 del 7.11.1981, pag. 3). | |
Direttiva 85/411/CEE della Commissione (GU L 233 del 30.8.1985, pag. 33). |
|
Atto di adesione del 1985, allegato I, punto X.1.h) e X.6 (GU L 302 del
15.11.1985, pag. 218). | |
Direttiva 86/122/CEE del Consiglio (GU L 100 del 16.4.1986, pag. 22). | |
Direttiva 91/244/CEE della Commissione (GU L 115 dell’8.5.1991, pag. 41). | |
Direttiva 94/24/CE del Consiglio (GU L 164 del 30.6.1994, pag. 9). | |
Atto di adesione del 1994, allegato I, punto VIII.E.1 (GU C 241 del 29.8.1994,
pag. 175). | |
Direttiva 97/49/CE della Commissione (GU L 223 del 13.8.1997, pag. 9). | |
464
Regolamento (CE) n. 807/2003 del Consiglio (GU L 122 del 16.5.2003, pag.
36). | limitatamente all’allegato III, punto 29 |
Atto di adesione del 2003, allegato II, punto 16.C.1 (GU L 236 del 23.9.2003,
pag. 667). | |
Direttiva 2006/105/CE del Consiglio (GU L 363 del 20.12.2006, pag. 368). |
limitatamente al riferimento fatto alla direttiva 79/409/CEE nell’articolo 1 e
all’allegato, punto A.1 |
Direttiva 2008/102/CE del Parlamento europeo e del Consiglio (GU L 323 del
3.12.2008, pag. 31). | |
ALLEGATO VII
TAVOLA DI CONCORDANZA
Direttiva 79/409/CEE | Presente direttiva |
Articolo 1, paragrafi 1 e 2 | Articolo 1, paragrafi 1 e 2 |
Articolo 1, paragrafo 3 | — |
Articoli da 2 a 5 | Articoli da 2 a 5 |
Articolo 6, paragrafi 1, 2 e 3 | Articolo 6, paragrafi 1, 2 e 3 |
Articolo 6, paragrafo 4 | — |
Articolo 7, paragrafi 1, 2 e 3 | Articolo 7, paragrafi 1, 2 e 3 |
Articolo 7, paragrafo 4, prima frase | Articolo 7, paragrafo 4, primo comma |
Articolo 7, paragrafo 4, seconda frase | Articolo 7, paragrafo 4, secondo comma
|
Articolo 7, paragrafo 4, terza frase | Articolo 7, paragrafo 4, terzo comma |
Articolo 7, paragrafo 4, quarta frase | Articolo 7, paragrafo 4, quarto comma |
Articolo 8 | Articolo 8 |
Articolo 9, paragrafo 1 | Articolo 9, paragrafo 1 |
Articolo 9, paragrafo 2, frase introduttiva | Articolo 9, paragrafo 2, frase introduttiva
|
Articolo 9, paragrafo 2, primo trattino | Articolo 9, paragrafo 2, lettera a) |
Articolo 9, paragrafo 2, secondo trattino | Articolo 9, paragrafo 2, lettera b) |
Articolo 9, paragrafo 2, terzo trattino | Articolo 9, paragrafo 2, lettera c) |
Articolo 9, paragrafo 2, quarto trattino | Articolo 9, paragrafo 2, lettera d) |
Articolo 9, paragrafo 2, quinto trattino | Articolo 9, paragrafo 2, lettera e) |
Articolo 9, paragrafo 3 | Articolo 9, paragrafo 3 |
Articolo 9, paragrafo 4 | Articolo 9, paragrafo 4 |
Articolo 10, paragrafo 1 | Articolo 10, paragrafo 1, prima frase |
Articolo 10, paragrafo 2, prima frase | Articolo 10, paragrafo 1, seconda frase |
Articolo 10, paragrafo 2, seconda frase | Articolo 10, paragrafo 2 |
Articoli da 11 a 15 | Articoli da 11 a 15 |
Articolo 16, paragrafo 1 | — |
Articolo 17 | Articolo 16 |
Articolo 18, paragrafo 1 | — |
465
Articolo 18, paragrafo 2 | Articolo 17 |
— | Articolo 18 |
— | Articolo 19 |
Articolo 19 | Articolo 20 |
Allegato I | Allegato I |
Allegato II/1 | Allegato II, parte A |
Allegato II/2 | Allegato II, parte B |
Allegato III/1 | Allegato III, parte A |
Allegato III/2 | Allegato III, parte B |
Allegato IV | Allegato IV |
Allegato V | Allegato V |
— | Allegato VI |
— | Allegato VII |
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