Al momento dello sparo chi impugna l'arma riceve l'urto di questa sulla
spalla (arma lunga) o sulla mano (arma corta), urto più o meno forte a seconda
di svariate circostanze.
L'urto è una conseguenza diretta della legge fisica della conservazione
dell'impulso. Prima dello sparo, quando arma e proiettile sono in stato di quiete,
l'impulso del sistema è eguale a zero. Quando si spara l’arma è soggetta a
tre impulsi diversi:
- il proiettile e la colonna di gas di sparo che lo seguono, acquistano un certo
impulso nella direzione dello sparo, impulso che viene compensato da un
eguale impulso diretto nell'opposta direzione e, quindi, verso il tiratore, che ne
subisce gli effetti.
- la colonna dei gas ha una velocità che è eguale a zero sul fondello del bossolo
ed eguale alla velocità del proiettile alla base di esso. Al centro avrà quindi
una velocità intermedia, pari alla metà della velocità del proiettile. La massa
dei gas sarà eguale alla masse della polvere.
- quando il proiettile esce dalla bocca dell'arma, i gas si espandono con una
velocità attorno ai 700 ms e imprimono un impulso all’arma (effetto razzo)
Sommando questi impulsi si ricava la spinta che l’arma riceve in base al
principio che ogni azione crea una eguale reazione contraria Detto in parole
povere, per i non matematici, se il proiettile pesa 100 volte meno dell'arma,
mentre il proiettile se ne va in una direzione con la velocità sua propria, l'arma
viene sparata nella direzione contraria ad una velocità cento volte inferiore e
con una conseguente energia da smaltire sul tiratore.
Questo è l'aspetto puramente fisico-matematico che non riesce a descrivere
la sensazione soggettiva del rinculo. L'assorbimento di una certa energia implica
la dissipazione di questa energia sotto forma di lavoro e non è possibile stabilire
a priori in quale modo l'arma verrà "frenata" dal corpo del tiratore. Quanto
più lunga la frenata, tanto minore la sensazione di rinculo, in rapporto inversamente
proporzionale. Ad esempio il calciolo di gomma e l'imbottitura della
giacca aumentano lo spazio di frenata e diminuiscono proporzionalmente la
forza del rinculo. Se l'arma viene saldamente impugnata o appoggiata alla spalla,
viene a formare un tutt'uno con la mano o con la spalla e l’impulso non sarà
dato solo dal peso dell'arma, ma anche da quello della parte del corpo interessata,
e la sensazione di urto sarà minore.
A complicare le cose interviene l'ulteriore fenomeno dell'impennamento
dell'arma.
Per esigenze costruttive in quasi tutte le armi la canna è situata sopra il baricentro
dell'arma; perciò al momento dello sparo e con l'inizio del movimento
del proiettile, l'arma acquista un movimento rotatorio attorno al baricentro, che
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tende a spostare la bocca della canna verso l'alto e continua anche dopo che il
proiettile ha lasciato la canna. Nelle armi corte questo movimento rotatorio può
dare una sensazione più spiacevole del rinculo vero e proprio. Nelle armi a
canne giustapposte vi può essere anche un movimento laterale, dalla parte della
canna con cui si è sparato.
Quindi l'energia del rinculo si scompone in due parti riferibili al movimento
retrogrado e al movimento rotatorio e la prevalenza dell'una o dell'altra dipende,
in parte, anche dal comportamento del tiratore. Se egli controlla bene l'impennamento,
tanto più forte sentirà l'urto dell'arma; tanto più egli lascia libera
l'arma di impennarsi, tanto minore sarà l'urto.
Ciò spiega come la struttura meccanica dell'arma possa influire sul rinculo:
una giusta distribuzione delle masse, un corretto angolo tra canna e impugnatura,
determinano la diversa ripartizione delle energie, secondo le necessità ed i
gusti del tiratore. La presenza nell'arma di molle e masse in movimento che
contribuiscano a dissipare l'energia del rinculo, servono anch'esse da "freno",
abbreviando la frenata complessiva. Anche il fisico del tiratore fa la sua parte:
la persona corpulenta che impugna l'arma saldamente aggiungerà al sistema
una maggior massa muscolare e i maggiori spessori di tessuto molle funzioneranno
da cuscinetto ammortizzante aggiuntivo.
Da quanto esposto si ricava che si può influire sul rinculo in vari modi.
Prima di tutto è ovvio che se si diminuisce l'energia della cartuccia (cioè la velocità
iniziale del proiettile), diminuirà anche il rinculo; se non si vuole diminuire
l'energia della cartuccia si dovrà:
- aumentare la massa dell'arma; il rinculo, in tal caso, diminuirà in modo
inversamente proporzionale;
- diminuire la massa del proiettile; ferma restando la velocità iniziale l'impulso
del proiettile è proporzionale alla radice quadrata del rapporto tra le due
masse e quindi piccole diminuzioni di peso del proiettile influiscono molto sul
rinculo. In parole più semplici: il 10% di peso dell'arma in più, comporta una
diminuzione del rinculo del 10%; un aumento del peso del 10% del peso del
proiettile, ferma la sua velocità, o un aumento del 10% della velocità, fermo il
peso, comporta un aumento del 20% del rinculo.
In secondo luogo si possono utilizzare come freno gli stessi gas di sparo
mediante l'impiego di freni di bocca o di compensatori: se diretti all'indietro
mediante opportuni intagli nella canna, per compensare il loro impulso retrogrado,
se diretti verso l'alto per compensare il movimento di impennamento.
Un freno di bocca può diminuire il rinculo del 30%.
Al di fuori di queste considerazioni tecniche non è possibile fare affermazioni
affidabili, anche se molti tiratori giurano su soluzioni personali, che però
sono altamente soggettive. Si consideri ad esempio che molti tiratori sono portati
a considerare più forte il rinculo quando lo sparo è più rumoroso del solito.
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In effetti un forte rumore influisce sul rinculo solo se deriva dal fuoco di bocca.
Si è anche riscontrato che al poligono di tiro il rinculo viene sentito molto
più forte che non sul campo di caccia perché al poligono il tiratore si concentra
sul tiro e si attende il rinculo; in caccia il tiratore pensa solo al selvatico.
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