Consulenze

Il Tiro al Cinghiale e le palle slug

Un proiettile per essere preciso deve essere stabilizzato. Nei fucili a canna

rigata la stabilizzazione si ottiene imprimendo al proiettile a forma allungata,

anche fino a 5 calibri, un rapido movimento rotatorio. Nei fucili a canna liscia

non è possibile imprimere al proiettile una sufficiente rotazione e si deve ricorrere

all’altro sistema consistente nell’impennatura del proiettile mediante alleggerimento

della parte posteriore con una cavità alla base oppure mediante il

fissaggio di una borra alla base del proiettile, così che (in entrambi i casi) il

centro di gravità risulti spostato in avanti. Possono anche essere aggiunte alette

stabilizzatrici; queste comportano una leggera perdita di precisione, ma consentono

di usare proiettili molto più lunghi (e quindi con maggior densità sezionale,

come frecce e missili), che conservano la stabilità anche in traiettorie molto

curve e non richiedono di essere sparati in canne rigate.

Il problema di costruire proiettili per fucili a canna liscia dotati di precisione

e di lesività, ha assillato centinaia di inventori che nell’ultimo secolo hanno

brevettato un incredibile numero di invenzioni, più o meno fantasiose. Alla fine

però si è visto che non ci si può discostare dalla soluzione sopra vista e al momento

le palle più affidabili sono quelle che uniscono una palla in piombo ad

una borra (talvolta sagomata per aumentare l’effetto di impennatura), come avviene

nella palla Brenneke e nella palla Gualandi.

L’unica vera innovazione in materia di slug è rappresentata dalla palla munita

di impennatura con alette inventata nel 1983 dal francese ing. Sauvestre

che usa un proiettile sottocalibrato, munito di sabot di plastica che si distacca a

breve distanza dalla bocca dell’arma.

Il proiettile, molto allungato ed a punta cava, ha un diametro di soli 11,4

mm ed è formato da un nucleo duro rivestito di piombo; il corpo del proiettile

presenta vistose scanalature anulari. Esso viene sparato con una velocità iniziale

di circa 500 ms (580 ms nel 12 magnum che usa lo stesso proiettile di 26

grammi) e a 100 metri ha ancora una velocità di 375 ms (430 per il magnum)

con un’energia di 1850 J (2440 J per il magnum). A questa distanza un vento

trasversale di 10 ms (cioè una forte brezza che muove cespugli ed alberelli)

sposta una palla slug normale di ben 75 cm, la palla Sauvestre di 30 cm, un

proiettile per carabina di una diecina di centimetri. Non deve essere sparata in

una canna rigata che le imprime un dannoso effetto rotatorio.

Tutti questi proiettili, con peso da 24 a 39 grammi e velocità iniziale di 450-

580 ms, provati con appoggio e cannocchiale, forniscono rispettabilissime rosate

inferiori ai 5 cm di diametro a 50 metri di distanza. Il motivo per cui invece

i cacciatori hanno l’impressione di una scarsa precisione è duplice ed è presto

detto.

In primo luogo le doppiette non sono adatte per questo tipo di palle. Le ar297

mi destinate a sparare a pallini sono azzerate per un tiro a 35 metri e le due

canne sono accoppiate in modo che le rispettive rosate si sovrappongano a tale

distanza; le canne sono, per così dire, strabiche, e convergono su un punto ideale

posto a 35 metri. Sparando a cinquanta metri di distanza accade che la palla

sparata con la canna di destra, colpisca parecchi centimetri a sinistra del punto

mirato e quella di sinistra parecchi centimetri verso destra, con una differenza

totale che fa apparire la rosata come disastrosa. Quindi il problema non sta nel

fatto che la palla non sia precisa, ma nel fatto che il fucile non spara nel punto

mirato. Ovviamente se il bersaglio è a distanza maggiore, il difetto si aggrava

proporzionalmente.

Questo difetto non si verifica per sovrapposti e per fucili ad una sola canna,

ma quasi sempre subentra il secondo difetto, quello dell’azzeramento, che fa

sparare molto più in alto (fino a 35 metri) o più in basso (oltre i 40 metri) del

punto mirato. I fucili a canna liscia sono azzerati per la distanza di 35 metri in

modo che il centro della rosata sia 10-15 cm al di sopra del punto mirato, misura

non adeguata per una palla che a quella distanza cade di soli 5 cm circa. Per

far sì di avere una traiettoria che non si discosti dalla linea di mira più di 4 cm

(sopra o sotto), l’arma dovrebbe essere azzerata, usando palle Brenneke o Gualandi,

alla distanza di 70 metri e, usando palle Sauvestre, alla distanza di 100

metri.

Vediamo un esempio pratico con una palla tipo Gualandi o Brenneke del

peso di 28 gr e una velocità iniziale di 500 ms., tenendo presente che i valori di

velocità iniziale indicati dai produttori sono sempre indicativi perché la velocità

effettiva varia poi a seconda del caricamento della cartuccia e della lunghezza

della canna.

Con azzeramento a 70 metri la traiettoria del proiettile sarà sopra la linea di

mira di 3 cm a 50 metri, a 90 metri sarà al di sotto di essa di una diecina di cm,

più che accettabili per una tale distanza, senza cannocchiale.

Se invece l’arma fosse stata azzerata a 35 metri, il proiettile a 75 metri si

sarebbe già trovato più in basso del punto mirato di una diecina di cm che, a

100 metri, sarebbero diventati una ventina.

La palla Sauvestre, più leggera e più aerodinamica, con velocità iniziale di

580 ms, può essere azzerata a 107 metri così che a 120 metri lo scarto rispetto

alla linea di mira è di soli 5 cm. Se essa viene sparata con arma azzerata a 35

metri, lo scarto a 100 metri è di circa 10 cm e a 75 m di circa 5 cm.

La conclusione è quindi che con fucile sovrapposto o semiautomatico a

canna liscia, che non sia stato azzerato opportunamente, si possono sparare

slug con sufficiente precisione purché il bersaglio non si trovi oltre i 60 metri;

il che vuol dire che queste armi vanno benissimo nella stragrande maggioranza

delle situazioni che si presentano nella caccia in battuta. La situazione non

cambia se invece di palle di peso inferiore ai 30 gr, si sparano cartucce ma298

gnum con palla di circa 40 gr. Si guadagna in energia iniziale, ma la traiettoria

è più o meno la stessa.

Tutte le prove eseguite concordano nel ritenere pressoché equivalenti le

palle Brenneke, Gualandi e Blondeau; le palle Solengo e quelle con sabot della

Federal e Winchester sono risultate molto meno precise (a 50 metri rosata di 8-

10 cm, contro i 4-5 cm delle precedenti). Dal che si ricava che nel fucile a canna

liscia il sabot è controproducente, salvo che nel caso della Sauvestre con

impennatura a freccia.

Vi sono in commercio anche fucili cal. 12 con canna rigata, appositamente

studiati per sparare palle slug. Senza dubbio essi sono azzerati in modo adeguato

ma, nel momento in cui si usa una canna rigata, sorge però il problema se

abbia senso di usare proiettili che hanno adottato dei ripieghi per poter essere

sparati in canne lisce, con tutti i difetti conseguenti. Se la canna è rigata, vuol

dire che essa è in grado di stabilizzare un proiettile in forza del movimento rotatorio

impressogli e perciò si dovrebbe usare una palla a forma ogivale, capace

di dare il meglio sotto il profilo aerodinamico; il guaio è che una palla di piombo

allungata in calibro 12, avrebbe un peso eccessivo (già la semplice palla sferica

arriva a 37 grammi!), improponibile per pressioni, lentezza e rinculo; se si

cerca di risolvere il problema alleggerendo la palla, si ha un aumento della velocità

iniziale incompatibile con l'uso del piombo nudo che non reggerebbe alla

sollecitazione delle rigature. Sarebbe quindi necessario progettare un’apposita

palla sottocalibrata che, per quanto detto, non potrebbe essere che una palla allungata,

con sabot resistente alla rigatura. Il vantaggio ottenibile con una simile

palla non sarebbe eccezionale, ma comunque utile: l’arma potrebbe essere azzerata

sui 100 metri, e la forma aerodinamica ottimale consentirebbe di avere

una buona energia anche a tale distanza. Per ora non pare che queste canne rigate

offrano vantaggi interessanti.

Molti cacciatori sono assillati dal dubbio se la palla asciutta sia dotata di

sufficiente potere di arresto.

Se si considera che il fucile a canna liscia per la caccia al cinghiale o ad altri

animali aggressivi, viene scelto per la sua maneggevolezza perché quando

occorre sparare nel bosco o con prontezza di riflessi, consente di sparare al selvatico

quasi "al volo", cosa impraticabile con una carabina a canna rigata (non

foss’altro perché manca l’allenamento ad imbracciarla per un tiro istintivo) è

chiaro che si può anche rinunziare ad un po’ di potere d’arresto che, comunque

è più che sufficiente. Una palla asciutta perde in 50 metri di volo circa un quarto

della sua velocità; perciò la palla da 39 gr, con velocità iniziale di 460 ms, a

50 metri ha un’energia di circa 2300 Joule; la palla di circa 30 grammi a 50

metri conserva una velocità di circa 340 ms e quindi un’energia di circa 1700 J.

Alle normali distanze venatorie, con proiettili studiati per consentire la massima

cessione di energia al selvatico, si è quindi nell’ambito di energia e velocità

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che, secondo gli studi compiuti, consentono di ferire a morte un animale sui 50

kg di peso. A 100 metri la velocità si riduce a circa sei decimi di quella iniziale

e i valori sopra indicati diverrebbero, rispettivamente, di circa 1500 e 1100 J,

ampiamente al di sotto dei valori ottenibili con una carabina, salvo che si usi la

palla Sauvestre che, nel calibro 12 magnum, è paragonabile al 7x64 o all’ 8x57,

avendo un'energia di 3250 J a 50 metri e di 2440 J a 100 m..

È appena il caso di rilevare che, in termini di penetrazione e di lesività è

preferibile il proiettile che ha la maggior densità sezionale e quello che ha la

maggior velocità all’impatto.

Da ciò risulta pure che è un nonsenso montare un cannocchiale su di un fucile

per palle asciutte: se si vuol sparare rapidamente e fino a 100 metri (distanza

che il proiettile copre in un tempo di circa un terzo di secondo, ragione per

cui può accadere di dover sparare due o tre metri avanti al cinghiale in corsa), il

cannocchiale dà solo noia; se si vuole sparare oltre i cento metri, mirando con

calma, è preferibile usare una carabina.

Le conclusioni di quanto esposto potrebbero essere le seguenti:

- se si spara d'imbracciata a distanze venatorie normali, entro una cinquantina

di metri, i vari tipi di palle si equivalgono, sul piano pratico, come energia

e precisione. Si distingue per densità sezionale ed energia la palla Sauvestre;

- se si intende sparare a distanze superiori, fino a cento metri, l'arma va azzerata

opportunamente (il che non è possibile per le armi ora in uso) oppure

occorre abituarsi a calcolare istintivamente che il proiettile colpirà fino ad una

quindicina di centimetri più in basso;

- i fucili a canna rigata non dànno significativi vantaggi, salvo quello di un

miglior azzeramento; vi è però lo svantaggio di non poter impiegare cartucce a

pallini, stante il peggioramento della rosata.

Chi usa le palle slug si chiede spesso se esse possano causare dei danni ad

un fucile con canne strozzate. I dubbi non hanno molta ragion d’essere perché

tutte le palle in piombo in commercio sono state studiate proprio per essere

sparate anche da canne strozzate e quindi, salvo diversa indicazione che il produttore

è tenuto ad indicare sulla confezione, non vi sono motivi per non usarle.

Indubbiamente occorre però non esagerare perché le cartucce slug provocano

sollecitazioni anormali alla canne per il fatto che il punto di massima pressione

nella canna si sposta di una diecina di centimetri in avanti, ove nei fucili

normali la parete della canna già si assottiglia, e per il fatto che la palla viene

forzata nella strozzatura. Bisogna quindi evitare di sparare queste munizioni in

vecchi fucili della cui resistenza non si sia ben sicuri.

Nell’uso delle palle asciutte occorre ricordare che esse vengono facilmente

destabilizzate e deviate da piccoli ramoscelli e che rimbalzano facilmente sul

terreno od alberi, rimanendo pericolose fin quasi ad un chilometro di distanza.

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Ora qualche breve appunto sul tiro al cinghiale.

Il cinghiale è un selvatico che, per vari motivi di sicurezza propria e dei cani,

è meglio uccidere sul colpo piuttosto che ferire. Inoltre è particolarmente

resistente e resistente al dolore; quindi occorrono calibri adeguati.

Il cinghiale ha un peso che va dai 60 ai 300 kg, anche se animali così grossi

si trovano ancora solo nell’est europeo; da noi si attestano attorno ai valori minimi,

ma bisogna prevedere la possibilità di incontrare animali fra i 100-150

kg.

La distanza di tiro è sempre limitata e difficilmente si superano i 50 metri.

L’energia minima richiesta viene calcolata in 2000 joule, la quale viene

raggiunta da una buona palla slug o da un proiettile di carabina a canna rigata

di almeno 7 mm. Chi va all’estero a sparare a cinghiali di oltre 200 kg può arrivare

utilmente fino ad un calibro di 9 mm.

Nel cantone svizzero dello Jura si consente anche l’uso di pallettoni di almeno

7 mm di diametro (due grammi di peso).

In Belgio la società Royal St-Hubert consiglia il fucile con palla slug.

Non occorre perciò una palla per lunghe gittate e con tiro teso, ma una palla

che provochi un forte effetto di choc.

La precisione dell’arma è secondaria perché nella caccia al cinghiale è richiesto

un tiro rapido che non dà il tempo di una mira accurata: l’ideale è

un’arma di rapida imbracciatura, con una buona linea di mira, da usare con cariche

e palle standard che sono calcolate per dare un rinculo accettabile.

Di recente in Italia si vanno sviluppando mode assurde come l’impiego di

carabine che usano munizioni per arma corta. Sono munizioni del tutto inadeguate

con energia fra i 1000-1500 Joule, a meno di ricorrere a cariche esasperate

ben poco giustificabili.

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