Il proiettile che esce dalla canna di un fucile non procede in linea retta, ma,
per effetto della forza di gravità cade verso terra. È esattamente come se lo si
lasciasse cadere dalla bocca dell’arma e il tempo che impiega a toccare terra è
lo stesso, sia che cada a picco, sia che viaggi a 500 ms.
Un proiettile cal. 7 mm che esce a 850 ms tocca terra (e rimbalza!) dopo
400 metri perché è caduto in basso di un metro e mezzo. Sarebbe impossibile
allineare la canna al bersaglio perché già a 150 metri il proiettile finirebbe 17
cm sotto al punto mirato e a 200 metri a ben 50 cm. sotto.
Il rimedio più semplice è di avere una tacca di mira regolabile sulle varie
distanze; è il cosiddetto alzo. Se si sposta in alto la tacca di mira e si traguarda
il mirino la bocca della canna verrà alzata di quel tanto che, ad es., consente di
sparare 50 cm più in alto del bersaglio mirato. Il problema è che quando si spara
alla selvaggina non si ha il tempo di regolare l’alzo alla distanza desiderata e
che spesso è difficile calcolare la distanza.
È stata perciò escogitata un’altra soluzione: l’alzo (ma la cosa non cambia
se si usa un cannocchiale) viene regolato ad una distanza tale (Distanza Ottimale
di Azzeramento – DOA) per la quale si è calcolato che il proiettile non si discosterà
più di 4 o 5 cm dalla linea che collega la bocca dell’arma al punto mirato;
se l’arma viene azzerata a 160 metri, il tiratore sa che fino a circa 160 metri
di distanza l’errore dell’arma sarà al massimo di 5 cm sopra alla linea di mira
fino a 160 metri e al massimo 5 cm sotto la linea di mira fino a 190 m. (vedi
figura).
Il calcolo di questi dati è complesso e ve lo risparmio. Però ogni produttore
di cartucce a palla indica questi dati nelle sue tabelle e, comunque, Internet è
piena di programmi gratis, anche online sui siti dei produttori, che consentono
di trovare i dati desiderati.
Solitamente le tabelle dei produttori sono impostate come segue e indicano
la caduta del proiettile rispetto alla linea di mira e alle varie distanze di azzeramento
con cannocchiale senza cannocchiale.
302
Distanza Cannocchiale tarato a m. Mirino
m 100m 150m 200m 300m 100m
50 -0,5 +0,5 +2,5 +6,5 +1
100 * +2,5 +6 +14 *
150 -4 * +5 +17 -5,5
200 -12 -7 * +16 -15
300 -42 -35 -24 * -48
Come si comprende i problemi sorgono quando si deve sparare oltre i 200-
300 metri, problema che ricorda un po’ la quadratura del cerchio perché non si
può risolvere il problema in termini generali; bisogna distinguere a seconda che
si voglia fare tiro al bersaglio ad una distanza ben nota e senza problemi di
energia terminale, oppure che si voglia fare tiro venatorio contro un animale su
cui occorre scaricare una data energia e di cui è sempre un po’ incerta la distanza
a cui si trova.
I problemi per il tiro al bersaglio sono modesti: l’arma viene tarata esattamente
per centrare il bersaglio alla distanza a cui esso si trova e il solo aspetto
da affrontare è quello di trovare un proiettile stabile, poco sensibile al vento e
che, in relazione all’arma da cui viene sparato, offra una buona precisione. Il
peso e la velocità del proiettile sono secondari, ma in genere si preferirà un
proiettile alquanto pesante. Per tiri oltre il chilometro si ricorre a munizioni per
mitragliatrice cal. 12 mm.
La ragione del perché non ha senso usare proiettili veloci ma leggeri è presto
trovata se si paragona sulla distanza di 1000 metri la perdita di velocità di
un proiettile 222 Rem di g 3,24, di un proiettile 8x68S di 11,66 g, di un proiettile
ultraveloce quale il 22-250 Rem. con palla da 3,43 g. e di un proiettile 7x57
R di 11,21 g.
Si vede con quale rapidità il proiettile leggero perde la sua velocità; sarebbe
insensato sparare con esso oltre i 400 metri perché, a parte ogni considerazione
di energia terminale, se rallenta così tanto, vuol dire che la traiettoria diventa
molto curva per cui della traiettoria tesa iniziale non rimane nulla. Quindi è una
sciocchezza dire che il tiro teso iniziale è utile per il tiro a lunga distanza. Per
un utile paragone riporto i dati relativi ad un proiettile del tutto particolare,
idoneo proprio la tiro a grande distanza e cioè la cartuccia 12,7 x 99 (50 US
Browning) con palla da 48,5 gr e Vo = 883 ms., gittata massima circa 7 km. La
distanza di azzeramento ottimale è bassa, pari a 190 metri; il che vuol dire che
comunque si richiede una precisa valutazione della distanza e una precisa taratura
sulla distanza del bersaglio.
303
Ecco la perdita di velocità fino a 1000 metri:
Cal. Vo 100 200 300 400 500 600 700 800 900 1000
222 Rem 980 795 645 523 424 344 279 226 183 149 120
8x68S 980 870 772 686 609 540 480 426 378 336 298
22-250 R 1130 970 833 716 615 528 453 390 334 287 246
7x 57 R 750 674 605 544 489 439 394 354 318 286 257
12,7x99 883 843 803 865 730 695 663 632 602 574 547
Vediamo ora per un tiro a 400 metri quali sono i vantaggi e svantaggi dei
tre proiettili calcolando di sparare con arma tarata a 400 metri, ma di dover valutare
la distanza ad occhio con un errore di +/- 25 metri, del tutto modesto.
m 375 400 425 Vento 10 ms
Cal spost., in cm
222 R cm 15 -18 230
8x68S cm 9 -10,5 110
22-250 cm 8 -10 133
7x57 R cm 14 -17 132
12,7x99 cm 7,3 -8 46
Il fatto di tirare con un proiettile leggero e traiettoria iniziale molto tesa non
dà alcun vantaggio ed esso è molto sensibile al vento (spostamento in cm nella
tabella).
Vediamo ora che cosa succederebbe se il fucile fosse azzerato alla distanza di
200 metri, prossima all’incirca a quella ottimale.
cal \ m 250 300 350 400 450 500
222 R -12 -31 -60 -100 -152 -222
8x68S -9 -22 -42 -67 -97 -137
22-250 -10 -25 -47 -76 -114 -162
7x57 R -15 -38 -68 -108 -159 -220
12,7x99 -8 -20 -35 -56 -81 -110
È evidente che fino a 300 metri e con le prime tre cartucce si può fare una
correzione ad occhio sparando un palmo sopra al punto desiderato, ma che oltre
tale distanza è assurdo sparare. Comunque lo scarto minore si ha con il
proiettile più pesante e non con quello più veloce all’origine.
È doveroso ribadire che solo un cacciatore criminale spara a distanze superiori
a 300 metri: è troppo elevato il rischio di colpire il selvatico in punti non
304
vitali oppure di ferirlo senza una sufficiente energia del proiettile, così condannandolo
ad una inutile morte lenta. Si calcola che una delle cause principali di
diminuzione di caprioli su di un territorio sia proprio attribuibile a certi sciagurati
cacciatori che non rinunziano mai a sparare, qualunque sia la distanza. Un
divieto espresso nella legge statale sarebbe del tutto opportuno.
Scelta della cartuccia
Trascurando le decine di studi che si sono occupati della micidialità di una
cartuccia in relazione al tipo di selvatico, la conclusione pratica è che bisogna
sempre curare che il proiettile abbia una energia sufficiente all’impatto; è
l’energia che ci indica il lavoro che il proiettile può fare in termini di penetrazione
e di lacerazione di tessuti.
L’energia si misura in chilogrammetri o in joule ed è data dalla seguente
formula:
Energia (in kgm) = Peso (in grammi) * velocità in ms al quadrato/19.620
Energia (in J) = Peso (in grammi) * velocità in ms al quadrato/2.000
Per il capriolo non si devono mai usare proiettili di peso inferiore a 4
grammi e con energia a 150 metri inferiore a 100 kgm (980 joule). Per poter
sfruttare anche l’effetto di cavitazione del tramite del tramite del proiettile, la
velocità di impatto non dovrebbe scendere al di sotto dei 600 ms.
Per camosci e daini non si devono mai usare proiettili di peso inferiore a 6
grammi e con energia a 150 metri inferiore a 150 kgm (1470 joule). Va bene un
cal. 7 mm anche con proiettile non molto pesante
Per cervi e grossi cinghiali non si devono mai usare proiettili di peso inferiore
a 7,5 grammi e con energia a 150 metri inferiore a 250 kgm (2.000 joule).
Vanno bene i calibri da 7 ad 8 mm con un proiettile da 10 grammi.
Si vedano anche le voci →Il tiro al capriolo, →Palle slug.
La gittata massima
Quando non si spara orizzontalmente oppure in basso verso il terreno, ma
con una inclinazione vero l’alto, il proiettile raggiunge elevate distanze. Già
con circa un angolo di 20 ° si è vicini (- 200 m!) alla cosiddetta gittata massima
che si raggiunge verso i 30-35°.
Questa può essere calcolata in modo approssimativo con la formula
in cui k= 380 (300 se si fa il calcolo su proiettili per pistola).
305
Il tiro verticale
Non bisogna mai sparare vero l’alto sopra la propria testa. Il proiettile di
fucile dopo una trentina di secondi ricade in testa alla sparatore o in un raggio
di cento metri e può avere una velocità residua sufficiente ad uccidere.
La lunghezza della canna
La lunghezza standard, su cui vengono calcolate le cariche e le tabelle è di
60 cm. In commercio si va dai 50 cm ai 76,2 cm per fucile da tiro a lunga distanza
(Palma Match). L’accorciamento della canna non comporta una gran
perdita di velocità (circa 5 ms ogni cm di canna in meno), ma aumentano il
fuoco di bocca e il rinculo e si accorcia la linea di mira.
Di recente è stato fatto un accurato esperimento usando la stessa arma e la
stessa cartuccia cal. .308 Win e palla da 10.9 gr. HP e canne di quattro diverse
lunghezze:
Lunghezza 76,2 cm 65 cm 6 cm 50 cm
Velocità iniz. 850 ms 812 ms 810 ms 785 ms
Si ricava quindi che fra 65 e 60 cm vi è un calo di velocità di solo l’1% e da
60 a 50 del 4% . Il fuoco di bocca è risultato notevole e tale da disturbare al
crepuscolo o tramonto solo per le canne da 60 e 50 cm. Non si è notato un calo
di precisione cambiando la lunghezza delle canne.
In conclusione se risulta comodo portare un’arma con canna da 50 cm lo si
può fare tranquillamente salvo che si abbia spesso bisogno di sparare con poca
luce. Un cm di canna in più o in meno equivalgono a 50 grammi in più o in
meno di peso dell’arma.
Il tiro con grande angolo di sito
306
Talvolta, e particolarmente nella caccia di montagna, occorre sparare a bersagli
che non si trovano sullo stesso orizzonte del cacciatore, ma molto più a
monte od a valle. L'arma dovrà assumere quindi una notevole inclinazione verso
l'alto o verso il basso. E la traiettoria cambia. Oltre i 30 gradi di inclinazione
l’errore diviene rilevante e occorre tenerne conto. Esaminando la figura sarà
subito chiara la causa del fenomeno.
Un proiettile sparato con l'angolo di proiezione φ e angolo di sito nullo,
giungerà dopo il tempo -t- nel punto A, ottenuto secondo i principi già esaminati,
supponendo che il proiettile si muova prima lungo la linea di proiezione
per effetto dell'impulso iniziale e cada poi perpendicolarmente per il tempo -tper
effetto della forza di gravità. Se ora si spara invece con l'angolo di sito e (è
indifferente se positivo o negativo) il proiettile non cadrà per effetto della forza
di gravità in A ma bensì in A'; la conseguenza sarà, che, alla medesima distanza
di azzeramento, il proiettile seguirà una traiettoria più alta rispetto alla linea
di sito (o di mira) e che quindi, per colpire il centro del bersaglio, occorrerà mirare
più in basso.
La figura non è in scala e le dimensioni sono state volutamente esagerate
307
per evidenziare meglio il fenomeno.
Il problema non sarebbe troppo rilevante, visto che in genere si tratta di uno
spostamento attorno alla decina di centimetri, se esso non fosse aggravato
dall’errore di prospettiva.
Se il bersaglio si trovasse ad essere posto perpendicolarmente
alla traiettoria percorsa dal proiettile
(si pensi ad un uccello in volo), non vi sarebbero
particolari difficoltà poiché sarebbe sufficiente mirare
ad un punto posto al di sotto del bersaglio della
misura y, per fare centro. In genere però (fig. 3b) il
bersaglio si presenta al tiratore come verticale e
quindi, per effetto dell'angolo di sito, viene visto
sotto una prospettiva molto allungata ed interseca la
traiettoria trasversalmente.
La conseguenza di ciò è che mirando al centro
del bersaglio, il proiettile colpirà invece il punto M
posto al di sopra del bersaglio della quantità y'. Bisognerà
quindi mirare la punto M' simmetrico al
precedente, ma in basso. Per 60° il valore è il doppio
di quello calcolato per un bersaglio visto perpendicolarmente
e quindi 20-25 cm più in basso del centro
del bersaglio. Quantità assolutamente non trascurabile.
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