Scrivere un testo sulla legge della caccia non è facile. La legge fondamentale
11 febbraio 1992 nr. 157 non è stata studiata né da giuristi né da esperti di
caccia, ma è nata da un lungo travaglio parlamentare che doveva conciliare posizioni
estreme e, spesso, estremiste. Ogni norma è stata stiracchiata senza aver
presente un quadro generale sistematico, frammenti di articoli sono stati tolti
od inseriti per accontentare qualche gruppo politico, nessuno ha tenuto presenti
le regole ufficiali da seguire per la redazione di atti normativi.
Perciò non si è seguito il metodo logico di fornire prima di tutto le definizioni
dei termini usati nelle legge, poi di dettare la regolamentazione completa
di ogni categoria creata, indicando chiaramente ciò che è consentito e ciò che è
vietato, infine di stabilire le sanzioni per ogni cosa vietata. Troppo spesso si
può risalire a ciò che è consentito, solo in base al fatto che certe condotte sono
sanzionate!
La comprensione della legge fondamentale si complica ancora di più quando
la si confronta con il variegato mosaico delle norme internazionali, europee,
regionali. Queste ultime, in particolare, hanno spesso esagerato con la burocratizzazione
della caccia che da attività sportiva rivolta a far sentire il piacere del
vivere liberamente nella natura, è divenuta un’attività seguita passo passo
dall’autorità, come il guidare un’autovettura. Doveroso il controllo, ma sembra
che in Italia si operi per ottenere il contrario di ciò che si chiama deregulation.
In questo testo abbiamo cercato di fornire, sia come giuristi (E. Mori magistrato,
A. Antolini, avvocato), che come cacciatori, tutte le notizie che possono
aiutare il cacciatore, il controllore, il giudice, l’avvocato, a capire ciò che ha
detto la legge statale sulla caccia e ciò che il cacciatore deve fare per rispettare
la legge, l’ambiente, la sicurezza pubblica, ma anche per far rispettare i propri
diritti. Ampio spazio è stato dedicato alla giurisprudenza perché occorre segna2
lare quelle sentenze anomale, basate su scarsa conoscenza della materia o, peggio,
su personali filosofie del giudice; se però si esamina il complesso delle decisioni,
il corretto filo logico emerge quasi sempre e se ne trae l’insegnamento
che ciò che conta non è la singola massima, ma ciò che i giudici in genere hanno
ricavato dalle norme. Abbiamo aggiunto nozioni di balistica venatoria, non
facili da trovare in altri testi, e nozioni di diritto delle armi. Ampio spazio è stata
dedicato alla tutela legale del cacciatore indicando i comportamenti da tenere
in caso di contestazioni.
Questo testo non è solo da consultare, ma è stato scritto per essere letto da
chiunque; il linguaggio è sempre chiaro ed evita accuratamente l’uso dei gerghi
giuridici e specialistici ben poco comprensibili per i laici.
La parte legislativa è stata limitata allo stretto indispensabile. Ormai in Internet
è agevole reperire tutte le norme richiamate.
Questo testo è stato ideato e realizzato con la collaborazione dell’avv. Andrea
Antolini di Tione (TN), cacciatore ed avvocato, impegnato nel mondo venatorio
trentino, che ha portato la sua moderna esperienza venatoria e
l’esperienza della pratica giudiziaria in materia di infrazioni venatorie.
Bolzano-Tione, 30 marzo 2011
E. Mori – A. Antolini
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